Già in altre occasioni si son spese parole per i due "piccoli anatroccoli": il 1030 ed il 1060.
Va detto che la decisione di far produrre alla Standard Radio in grande serie i due progetti di Chatterjie, (un progettista esterno free lance che aveva portato a prototipo nell'arco del 1970 i due progetti) era stata presa già da tempo dal committente Superscope, proprietario del marchio Marantz già dal 1965.
La volontà di far cassa, espandendo verso il basso la gamma e sfruttando l'immagine d'elite che nell'arco di un decennio la ditta fondata da Saul Marantz era andata accumulando, era stata la conseguenza di certe rogne avvolte nel mistero che erano poco tempo prima culminate nell'incendio dello stabilimento di Long Island.
In quell'incendio, per inciso, andarono perduti tutti i ricambi dell'era valvolare Marantz, trasformatori di uscita compresi.
Il giovane Chatterjie produsse due progetti molto simili, uno da 15 watt e uno da 30.
La Marantz si era cimentata in precedenza soltanto una volta nel produrre un integrato: il Model Thirty.
Bisognava fare in modo che costassero poco ma anche che non umiliassero le note qualità dei prodotti dell'onorato marchio.
Fu in quell'atmosfera che nacquero i due anatroccoli, i due più piccoli Marantz mai visti: il 1030 ed il 1060.
Il livello qualitativo della produzione della Standard Radio era elevato, e i due progetti di Chatterjie sebbene già allora non propriamente aggiornatissimi, garantivano i necessari margini di affidabilità.
Del suono nessuno si curò. Solo una passata in sala d'ascolto, distratta e frettolosa.
La produzione in Standard era improntata sulla falsariga della costruzione delle proprie radio commerciali, peraltro apprezzate in tutto il mondo.
I due prototipi di Chatterjie vennero clonati in un numero impressionante di esemplari, con qualche piccola differenza tra le varie sottoserie.
La produzione del 1030 di fermò tra il 1975 e il 1976, con l'uscita del 1040.
Mentre il 1060 gli sopravvisse almeno per un intero anno, fino alla fine del 1976-inizio 1977, affiancando di fatto il 1070.
La costruzione meccanica non si poteva certo dire improntata al risparmio.
I due circuiti erano assai simili di massima, ma con differenze più marcate nello stadio phono e nello stadio linea.
La struttura di base dei due stadi finali era la medesima.
Analisi tecnica:
Partendo dal pre phono, notiamo che nel 1030 venivano usati due transistor mentre nel 1060 erano tre.
Evidenzia la grande vicinanza dei due modelli il fatto che pur essendo uno a due e l'altro a tre transistor, usavano ambedue lo stesso stampato, che nel 1030 presenta i fori dei componenti mancanti presenti invece nel 1060.
La tensione di alimentazione discretamente alta fa si che il phono del 1030 non sfiguri troppo di fronte alle prestazioni del phono del 1060, che invece è un progetto molto ma molto fortunato, caratterizzato da ottime performances acustiche e strumentali. La RIAA è attiva in ambedue i circuiti.
Il phono del 1030 è purtroppo affetto da un problema irrisolto dal fabbricante: all'onda quadra per frequenze non molto oltre l'udibile e ampiezze di segnale nemmeno tanto elevate, va allegro in oscillazione. La condizione è però lontana dal normale utilizzo, e una volta si sarebbe detto che questo è pertanto un falso problema.
-continua-
tunedguy57
Modificato da - tunedguy57 il 15/11/2011 12:08:16
Va detto che la decisione di far produrre alla Standard Radio in grande serie i due progetti di Chatterjie, (un progettista esterno free lance che aveva portato a prototipo nell'arco del 1970 i due progetti) era stata presa già da tempo dal committente Superscope, proprietario del marchio Marantz già dal 1965.
La volontà di far cassa, espandendo verso il basso la gamma e sfruttando l'immagine d'elite che nell'arco di un decennio la ditta fondata da Saul Marantz era andata accumulando, era stata la conseguenza di certe rogne avvolte nel mistero che erano poco tempo prima culminate nell'incendio dello stabilimento di Long Island.
In quell'incendio, per inciso, andarono perduti tutti i ricambi dell'era valvolare Marantz, trasformatori di uscita compresi.
Il giovane Chatterjie produsse due progetti molto simili, uno da 15 watt e uno da 30.
La Marantz si era cimentata in precedenza soltanto una volta nel produrre un integrato: il Model Thirty.
Bisognava fare in modo che costassero poco ma anche che non umiliassero le note qualità dei prodotti dell'onorato marchio.
Fu in quell'atmosfera che nacquero i due anatroccoli, i due più piccoli Marantz mai visti: il 1030 ed il 1060.
Il livello qualitativo della produzione della Standard Radio era elevato, e i due progetti di Chatterjie sebbene già allora non propriamente aggiornatissimi, garantivano i necessari margini di affidabilità.
Del suono nessuno si curò. Solo una passata in sala d'ascolto, distratta e frettolosa.
La produzione in Standard era improntata sulla falsariga della costruzione delle proprie radio commerciali, peraltro apprezzate in tutto il mondo.
I due prototipi di Chatterjie vennero clonati in un numero impressionante di esemplari, con qualche piccola differenza tra le varie sottoserie.
La produzione del 1030 di fermò tra il 1975 e il 1976, con l'uscita del 1040.
Mentre il 1060 gli sopravvisse almeno per un intero anno, fino alla fine del 1976-inizio 1977, affiancando di fatto il 1070.
La costruzione meccanica non si poteva certo dire improntata al risparmio.
I due circuiti erano assai simili di massima, ma con differenze più marcate nello stadio phono e nello stadio linea.
La struttura di base dei due stadi finali era la medesima.
Analisi tecnica:
Partendo dal pre phono, notiamo che nel 1030 venivano usati due transistor mentre nel 1060 erano tre.
Evidenzia la grande vicinanza dei due modelli il fatto che pur essendo uno a due e l'altro a tre transistor, usavano ambedue lo stesso stampato, che nel 1030 presenta i fori dei componenti mancanti presenti invece nel 1060.
La tensione di alimentazione discretamente alta fa si che il phono del 1030 non sfiguri troppo di fronte alle prestazioni del phono del 1060, che invece è un progetto molto ma molto fortunato, caratterizzato da ottime performances acustiche e strumentali. La RIAA è attiva in ambedue i circuiti.
Il phono del 1030 è purtroppo affetto da un problema irrisolto dal fabbricante: all'onda quadra per frequenze non molto oltre l'udibile e ampiezze di segnale nemmeno tanto elevate, va allegro in oscillazione. La condizione è però lontana dal normale utilizzo, e una volta si sarebbe detto che questo è pertanto un falso problema.
-continua-
tunedguy57
Modificato da - tunedguy57 il 15/11/2011 12:08:16