Ieri, ore 18. Sto aspettando che il ragazzaccio finisca la sua lezione di batteria, idea: andiamo a vedere cosa c'è nei vari mercatini dell'usato.
Entro in uno abbastanza piccolo, giro un po', mi cade l'occhio su una scatola appoggiata sopra un tavolino di legno: no, non può essere... sono decenni che non ne vedo una... apro il coperchio facendo attenzione a non danneggiarlo ulteriormente, dentro c'è davvero quello che dovrebbe esserci... chiedo alla gentile signorina di provare se funziona, attacca l'alimentatore alla presa, si accende... pago i 30 euro richiesti e porto via una stupenda TEXAS INSTRUMENTS TI59 completa di confezione e accessori originali, dall'aspetto sembra nuova o usata pochissimo, solo la scatola è un po' malconcia.
Dentro la scatola c'è proprio tutto: calcolatrice, custodia, alimentatore, modulo librerie di base, manuali utente, i moduli prestampati e intonsi per scrivere i programmi, un sacchetto di card magnetiche.
Ricordo che questo oggetto, quando avevo 16-17 anni, era una specie di "sogno irraggiungibile", riservato solo ai pochi fortunati che potevano permettersi la folle spesa. Al primo anno di ingegneria (1983) su 300 che eravamo forse ce l'avevano in una dozzina, mentre gli altri iniziavano maniacalmente la loro avventura nel nascente mondo dell'informatica con i "potenti" computer Sinclair e Commodore (i ricchi con l'Apple II) e le gloriose TI59 passavano di moda.
Come vedete funziona, solo il pacco batterie originale non tiene più un secondo di carica. Già smontato, ci sono dentro tre elementi a stilo NiCd con i terminali a saldare, sto per andare al negozietto di elettronica per comprarne di nuovi e ricostruire il tutto. Non si può accendere senza le batterie, che hanno - oltre a quella ovvia di alimentare la calcolatrice - l'importante funzione di "diodo zener" per stabilizzare a circa 5V la tensione fornita dall'alimentatore AC.
Vale sempre la solita storia: per 30 euro potevo mica lasciare lì un pezzo di storia dell'informatica...