Un elevato rapporto q/p si può ottenere in due modi: o con un'alta qualità, o con un prezzo stracciato. Semplice e matematico.
L'altro ieri ho messo mano ad un reperto marzagliese pagato ben 5 (cinque) euro. Smontato, pulito con la solita doccia di sgrassatore, lubrificata la meccanica e cambiate un paio di cinghie, spray a potenziometri e commutatori, cambio lampadine dei vu-meter, un ritocchino di vernice nera al bordo del pannello frontale, ed eccolo qua: Akai GXC704D
Oh, sia ben chiaro: è un giocattolo o giù di lì. Nel catalogo Akai del 1978 era il modello entry level della serie GX, quella con le testine in ferrite a lunga durata, e costava se non ricordo male poco meno di 250.000 lire. Una piastra economica, con meccanica monomotore un po' plasticosa e un po' no, due sole testine, dolby B, nessuna funzione particolare. Tarata sulle classiche TDK AD e SA, suona... diciamo decentemente: si sente un po' di limitazione alle alte frequenze che peggiora con il Dolby inserito, un po' di soffio senza Dolby, leggero "impastamento" dei piatti. Niente di che, quello che poteva fare un deck economico di fine anni 70, ma considerando il prezzo pagato... un rapporto q/p molto alto, direi persino superiore a quello di una Studer :D
Esteticamente è carina come tutte le altre di quella serie. Va in collezione, insieme ai fratelli CS703D, GXC706D, GXC709D, GXC725D, etc etc...