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Luxman L-510: recensione

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Buona sera a tutti, voglio presentarvi, per chi non lo conoscesse già, questo bellissimo amplificatore anni '80 della Luxman. 
Come è fatto: 
Amplificatore integrato in Classe AB da 100 W x 100W (8 ohms), di cui i primi 8 W in Classe A; il passaggio tra le due classi avviene in automatico all’aumentare della potenza. Vicino al pulsante di accensione è presente una spia che si spegnerà quando l’amplificatore è completamente riscaldato e pronto per lavorare a pieno regime. Manopole e pannelli frontali sono in alluminio fresato dal pieno: bellissima la manopola del volume illuminata da una micro lampadina e con indicazione dei Db; il cabinet è in vero "palissandro Santos" dello spessore di 6 mm. 
La costruzione interna dimostra che, come spesso si dice, “prima le cose si facevano in una certa maniera”: due file di dissipatori “Sharkfin”, bel trasformatore da 300VA, transistors finali Fujitsu ( 4x 2SA1075; 4x 2SC2525), due condensatori da 15,000µF (Panasonic), fantastico stadio phono (tutto a discreti) con ottima schermatura.Tutto questo ha un “peso”: ben 17 kg!

È presente la regolazione delle frequenze (con variazioni di ± 8 dB):
-Basse: 77Hz, 120Hz, 200Hz, 330Hz, 550Hz, 880Hz;
-Alte: 880Hz, 1.5kHz, 2.5kHz, 4kHz, 6.5kHz, 10kHz; 

Ancora, l’ottimo stadio phono è accompagnato dalla possibilità di regolazione dell’impedenza:
-MM: 100kOhm, 50kOhm, 100ohms; 
-MC: 300 ohm, 100 ohm, 40ohm;

Sono, inoltre, presenti i controlli di tono (Bassi/Alti), il balance, due filtri (Subsonico/Alti), pulsanti Tape e Recording (x 2), pulsante Mono ed esclusione segnale. È, infine, possibile collegare due coppie di diffusori (A + B). 
L'originale L-510 è stato prodotto dalla Lux Corporation di Osaka (sul retro deve essere presente il “T-Tag” della "YOSII") fino al 1983; successivamente a tale data, è avvenuto il passaggio alla Alpine e il modello è stato aggiornato (L-510X) ma, seppur sulla carta migliorato, la qualità era ben lontana dalla produzione passata.

Come suona: 
Bene. Molto bene. 
Troppo bene. 
Ha un’eleganza nel porgere il suono, una delicatezza forse impossibile da trovare in amplificatori moderni (se non spendendo cifre proibitive ai più). Ha la delicatezza del farti ascoltare, prima che sentire. Non affatica mai l’ascolto e la scena sonora è incredibile. Il basso è ben presente, ma mai invadente: è raffinato, reale e non gonfio e rimbombante. All’aumentare del volume l’impressione è che questo aumenti in maniera educata, senza scatti netti e bruschi, ma con gradualità. È un amplificatore che ti ricorda la ritualità dell’ascoltare musica e che si nutre della musicalità di sé stesso.

E ora un pò di foto (prese dalla rete):
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